Olio italiano, eccellenza nel mondo

L’Italia da sempre famosa nel mondo per prodotti alimentari quali la pasta, la pizza e il pane vanta una lunga lista di eccellenze legate alla cucina che la contraddistinguono in qualsiasi altro Paese.

L’olio del belpaese è sicuramente tra questi per le sue qualità organolettiche e probabilmente perché è strettamente collegato alla cucina mediterranea che rimane una delle più imitate, anche se spesso con poco successo. L’Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva e le zone più interessate da questa lavorazione sono le regioni del sud dove trovano il loro habitat naturale le migliori coltivazioni come a Taranto, a Sibari, in Molise, nel Lazio, nelle Marche e in Liguria.

Sono 820 mila le aziende interessate dal settore dell’olivicoltura che occupano un milioni di ettari di coltivazioni. L’elevato numero di frantoi presenti sul territorio sono una garanzia per una rapida e immediata molitura e frangitura delle olive che permette di mantenere standard molto elevati del prodotto finale. L’olio extravergine italiano, inoltre, vanta un gran numero di riconoscimenti con marchi Dop e Igp e rappresenta il 40% dei prodotti riconosciuti nell’Unione Europea. Le sole prime cinque migliori denominazioni italiane (Terra di Bari, Val di Mazara, Umbria, Toscano Igp e Sicilia Igp) rappresentano il 75% della produzione.

Nonostante la leggera crisi che ha colpito il settore si prospetta un periodo di grande crescita soprattutto per quanto riguarda il segmento delle esportazioni in forte incremento soprattutto grazie alla nascita di grandi aziende strutturate che producono in modo più automatizzato e che si vanno ad affiancare alle imprese di piccola e media dimensione a gestione familiare che svolgono i diversi passaggi ancora in modo quasi esclusivamente artigianale.

Nella classifica della qualità dei prodotti non sono comunque da meno distretti quali la Riviera Ligure, il Garda, le Valli Trapanesi, la Sardegna, i Monti Iblei e le Colline Salernitane.

Oltre ad essere un alleato per la salute e un ingrediente insostituibile a tavola, l’olio di oliva è usato per tante altre funzioni come il trattamento dei pidocchi, la detersione del viso dai trucchi, come integrazione nella dieta dei cani, come lenitivo nelle dermatiti, come sedativo per la gola se somministrato con il miele, per curare le infezioni dell’orecchio e per facilitare la rasatura della barba.

News dal settore – olio di oliva – fonte ISMEA

I primi dati sulla raccolta di olive indicano un peggioramento del quadro produttivo delineato in via preliminare a settembre.
Secondo l’aggiornamento previsionale elaborato dall’Ismea e Unaprol, la produzione della campagna 2020- 21 dovrebbe attestarsi a 255 mila tonnellate, con una riduzione del 30% sullo scorso anno.

A condizionare la raccolta è soprattutto l’alternanza tra anno di carica e anno di scarica al Sud, dove Puglia, Calabria e Sicilia fanno registrare contrazioni rispettivamente del 43%, 38% e 15%. Al Centro Nord si confermano, invece, le previsioni piuttosto rosee di inizio autunno con incrementi del 31% in Toscana, 8% nel Lazio, 70% in Umbria e del 100% in Liguria, dopo gli scarsi livelli dello scorso anno. In generale, comunque, ci si attende in tutta la Penisola un olio di elevata qualità grazie all’ottima fioritura, a condizioni meteo non avverse e ai limitati attacchi della mosca olearia.

In generale nell’Italia centro-settentrionale si è verificata un’ottima fioritura. Le piogge estive, anche se abbondanti, non hanno sino ad ora compromesso il buon risultato. Si stima, pertanto, una produzione abbondante e di qualità.
Discorso opposto, invece, al Sud a partire dalla Puglia settentrionale dove ha influito innanzitutto una fisiologica alternanza dopo l’abbondante produzione dello scorso anno. Flessione particolarmente consistente negli areali dove si è raccolto fino a molto tardi (febbraio). Nonostante un autunno ed un inverno caratterizzati da una siccità importante, lo stato vegetativo delle piante è apparso in buone condizioni anche grazie al supporto fitosanitario. La fioritura, invece, è stata ridotta e in tema di allegagione si segnalano fenomeni di distaccamento del peduncolo con conseguente caduta del frutto, per ora non eccessivi e dovuti probabilmente agli “sbalzi termici”. Tuttavia, nel complesso, le olive non hanno subito forti infestazioni da parte della mosca delle olive, pertanto si otterrà un olio di alta qualità. Permangono nel Salento le problematiche legate alle perdite degli oliveti a causa della Xylella.

Poco ottimismo anche aree della Calabria dove, compatibilmente con l’alternanza produttiva, si è avuta una fioritura ed una allegagione di buon livello, in parte ostacolati da piogge consistenti e conseguente umidità nel periodo di maggio-giugno.
In anticipo, rispetto alla media, anche lo sviluppo vegetativo in Sicilia, con una produzione che al momento non sembra discostarsi troppo da quella dello scorso anno, ma lontana dall’essere considerata di carica.

Nel contesto internazionale, il principale competitor italiano, la Spagna, prevede un’annata buona ma non all’altezza delle aspettative di qualche mese fa a causa della mancanza di piogge. Per la Grecia e Tunisia si stima, invece, una riduzione (“scarica” fisiologica).

(fonte: ISMEA – http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10386)