Come funziona un frantoio oleario?

Il processo di estrazione dell’olio dalle olive è una tradizione antica che risale a migliaia di anni fa. I frantoi oleari sono stati utilizzati per secoli per estrarre l’olio dai semi oleosi, come noci, arachidi e sesamo. Oggi, i frantoi oleari continuano a essere ampiamente utilizzati in tutto il mondo per la produzione di olio d’oliva di alta qualità.

Come funziona un frantoio oleario? Il processo di estrazione dell’olio dalle olive inizia con la raccolta delle olive. Le olive vengono lavate e quindi macinate in una pasta grossolana. La pasta viene quindi pressata per separare l’olio dalla polpa e dai semi. L’olio viene poi raffinato per eliminare eventuali impurità prima di essere imbottigliato e messo in vendita al dettaglio. I moderni frantoi oleari sono spesso automatizzati e possono elaborare grandi quantità di oliva in breve tempo. Tuttavia, molti produttori artigianali preferiscono ancora utilizzare metodi tradizionali per garantire un sapore autentico del proprio olio extra vergine di oliva. Se stai cercando un olio aromatizzato con profumi freschi e saporiti, assicurati di dare un’occhiata agli oli prodotti da queste aziende olearie italiane!

Tipi di frantoi
Ci sono diversi tipi di frantoi oleari, classificati in base al metodo di estrazione utilizzato. I frantoi a ciclo continuo sono i più efficienti in termini di tempo e producono olio con una qualità superiore. I frantoi a ciclo discontinuo sono meno efficienti ma hanno il vantaggio di essere meno costosi.
I frantoi oleari sono disponibili in diversi tipi e stili, quindi è importante scegliere quello che meglio si adatta alle proprie esigenze. Ad esempio, alcuni modelli sono dotati di una pompa per facilitare il trasferimento dell’olio dalla macchina alla cisterna, mentre altri modelli hanno un filtro integrato per rimuovere completamente i residui di produzione.

Vantaggi dell’utilizzo di un frantoio
I frantoi oleari hanno numerosi vantaggi, sia per l’industria che per il consumatore. Innanzitutto, i frantoi consentono di estrarre olio dai semi oleosi in modo più efficiente rispetto ai metodi tradizionali, come la spremitura a mano. In secondo luogo, i frantoi possono essere regolati per produrre olio di diversa qualità e con diversi livelli di acidità. Questo significa che è possibile adattare la produzione alle esigenze specifiche del mercato o dei consumatori. I frantoi inoltre garantiscono un’estrazione più completa dell’olio dai semi, rendendo il processo più economicamente redditizio.

Chi ha inventato l’olio di oliva?

L’olio di oliva è un ingrediente indispensabile in cucina, soprattutto in quella mediterranea. Ma chi ha inventato l’olio di oliva? La storia dell’olio di oliva è molto antica e si perde nella notte dei tempi.

L’olivo è un albero da frutto originario della regione mediterranea e la sua cultivar più diffusa è quella che dà i frutti destinati alla produzione dell’olio di oliva. Si ritiene che l’albero sia stato introdotto in Grecia dai Fenici circa 3000 anni fa. Inizialmente il suo utilizzo era limitato alla produzione di olive da mangiare sottaceto o come condimento per altri cibi. Successivamente, si è scoperto che i frutti erano perfetti anche per fare del sapone e infine, grazie alla diffusione nel mondo greco del processo di spremitura a freddo, si è arrivati alla produzione dell’olio di oliva vergine, un prodotto pregiatissimo fin dall’antichità.

La spremitura a freddo dell’olio di oliva è il processo più comune per estrarre l’olio dalle olive. Questo metodo prevede che le olive vengano macinate in una pasta, la quale viene poi pressata per estrarre l’olio. L’olio viene poi separato dalla pasta tramite filtrazione e decantazione.

Origini greche dell’olio d’oliva

L’olio d’oliva è uno degli oli vegetali più diffusi al mondo e viene prodotto principalmente in Italia, Grecia, Spagna e Portogallo. La sua origine risale alla civiltà minoica dell’isola di Creta, nell’Egeo orientale, intorno al 1500 a.C.. Lì veniva usato sia come condimento che come olio per illuminare le lampade.

Origini romane dell’olio d’oliva
L’olio d’oliva è un alimento fondamentale nella cucina mediterranea e la sua presenza nella regione è documentata fin dall’antichità. La coltivazione degli olivi si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo durante l’epoca classica, e l’Italia fu un importante produttore di olio dal quinto secolo a.C. In realtà, ci sono molte leggende sulle origini dell’olio d’oliva e la verità è che nessuno sa con certezza quando o come sia stato inventato. Secondo la tradizione greca, l’ulivo della discordia era un albero sacro ad Atena che Poseidone invidiò tanto da scatenare un terremoto per distruggerlo; Atena si salvò grazie alla sua abilità divina.Il clima mite e l’abbondanza di acqua nel bacino del Mediterraneo sono ideali per la coltivazione degli olivi, che prosperano sia in pieno sole che in zone dal clima leggermente più fresco. L’olio d’oliva è stato utilizzato come condimento da cucina, ma anche come ingrediente cosmetico e medicinale fin dall’antichità.

Origini spagnole dell’olio d’oliva

L’olio d’oliva è una delle principali colture nella penisola iberica, e la Spagna è il maggior produttore di olio d’oliva al mondo. La storia dell’olio d’oliva in Spagna risale a migliaia di anni fa, quando i Fenici fondarono le prime città lungo la costa mediterranea. L’uso dell’olio d’oliva ha continuato ad espandersi durante il regno romano, e nel Medioevo era un ingrediente importante nella cucina spagnola. A partire dal XV secolo, l’industria olearia si è sviluppata ulteriormente in Spagna, con molte famiglie che producono olio per il mercato locale e internazionale. L’olio d’oliva è ancora oggi un elemento importante della cultura

Benefici dell’olio d’oliva vergine

L’olio d’oliva vergine è un alimento molto salutare, ricco di vitamine e sostanze nutritive. Ha molti benefici per la salute, come ad esempio abbassare il colesterolo cattivo nel sangue, migliorare la digestione e prevenire malattie cardiovascolari. L’olio d’oliva vergine è anche un ottimo condimento per insalate e altri piatti.
Consumare olio d’oliva regolarmente può aiutare a ridurre il rischio di malattie croniche come l’infarto, ictus e cancro.

L’olio di oliva sul viso

I mille utilizzi dell’olio di oliva
L’olio di oliva è stato a lungo utilizzato come rimedio naturale per la pelle e i capelli. Recentemente, tuttavia, molti dermatologi e cosmetici hanno iniziato a sostenere che l’olio di oliva può essere benefico anche per il viso. L’olio di oliva contiene vitamina E, acidi grassi monoinsaturi e antiossidanti, tutti benefici per la salute della pelle. Inoltre, l’olio di oliva è meno costoso rispetto agli altri oli da massaggio facciale disponibili sul mercato. Mentre l’olio di oliva può essere un bene per la pelle del viso, non tutti gli oli sono ugualmente adatti alla cura della pelle. Ad esempio, l’olio d’oliva vergine spremuto a freddo è considerato più efficace rispetto all’olio d’oliva raffinato. Inoltre, alcuni dermatologi affermano che l’uso regolare dell’olio di oliva può ridurre le rughe e prevenire eventuali segni del tempo futuri. Se stai cercando un modo economico per idratare e ammorbidire la tua pelle senza spendere troppo, prova ad usare l’olio di oliva!

Hai la pelle secca?
La pelle secca è un problema comune che può essere causato da diversi fattori, tra cui l’età, l’ereditarietà e il clima. Sebbene sia possibile alleviare la secchezza cutanea con i prodotti idratanti di farmacia o di erboristeria, a volte questi trattamenti non sono sufficienti. In tal caso, è possibile ricorrere all’olio d’oliva come rimedio naturale per idratare e ammorbidire la pelle secca. L’olio d’oliva contiene acidi grassi monoinsaturi e vitamina E, sostanze che aumentano l’idratazione della pelle e ne migliorano l’elasticità.
L’olio d’oliva può essere usato come crema da barba per idratare e ammorbidire la pelle degli uomini. È anche un ottimo olio per prevenire le infezioni della pelle.

Un rimedio per i tuoi capelli
L’olio d’oliva può essere usato anche come olio per capelli. I capelli secchi e sfibrati trarranno beneficio da una maschera all’olio d’oliva, che idraterà e proteggerà i capelli dai danni ambientali. Per preparare una maschera all’olio d’oliva, applicare l’olio sui capelli umidi e avvolgere i capelli in un asciugamano caldo. Lasciare agire per circa 30 minuti, quindi lavare i capelli con shampoo e conditioner come al solito. I vostri capelli saranno morbidi, setosi e idratati!

Conclusione
L’olio d’oliva è un prodotto fantastico per la pelle e può essere usato in molti modi diversi. Se avete la pelle secca, può essere usato come crema idratante o come olio per capelli. Se volete una barba più morbida e setosa, provatelo come crema da barba. I benefici dell’olio d’oliva per la pelle secca sono numerosi, quindi non esitate a provarlo!

Olio di oliva e cambiamento climatico

Gli effetti del cambiamento climatico
L’olio di oliva è uno degli alimenti più salutari che possiamo consumare. È ricco di antiossidanti e può aiutare a ridurre il rischio di malattie croniche come l’infarto e il cancro. Ma l’olio di oliva sta diventando sempre più costoso, e questo è dovuto in parte al cambiamento climatico. I paesi che producono olio d’oliva sono infatti colpiti da siccità e ondate di calore sempre più frequenti, che rendono difficile la coltivazione delle olive. In Italia, ad esempio, il prezzo dell’olio d’oliva è raddoppiato negli ultimi dieci anni. E se i paesi produttori non riusciranno a far fronte al cambiamento climatico, le persone dovranno cominciare a fare a meno dell’olio d’oliva nella loro dieta.

Che cos’è il cambiamento climatico?
Il cambiamento climatico è un aumento della temperatura media globale dell’atmosfera e degli oceani ed è causato dall’aumento delle emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica (CO2). Le conseguenze del cambiamento climatico includono l’aumento del livello del mare, il riscaldamento globale, la desertificazione e gli eventi meteorologici estremi.

Gli effetti sulla produzione di olio di oliva
L’olio d’oliva è un prodotto della terra e del clima. Il suo sapore, la sua qualità e la sua quantità sono influenzati da molti fattori, tra cui le condizioni climatiche. Pertanto, quando il clima cambia, anche l’olio d’oliva ne risente. Climi più secchi e temperature più alte stanno diventando sempre più comuni in tutto il Mediterraneo. Queste condizioni rendono difficile per gli olivicoltori produrre olio di alta qualità. Inoltre, le olive sono colpite da insetti che prosperano in ambienti caldi e asciutti. Tutto questo si traduce in un aumento dei costi per gli agricoltori e una diminuzione della qualità disponibile.

Conclusione
Il cambiamento climatico è una delle minacce più grandi che l’umanità affronta oggi. L’olio d’oliva è tra i prodotti alimentari più colpiti da questo fenomeno. I cambiamenti climatici stanno infatti rendendo le olive sempre più piccole e la qualità dell’olio peggiore. Gli agricoltori stanno facendo del loro meglio per adattarsi a queste nuove condizioni, ma senza un intervento urgente da parte della comunità internazionale, il futuro dell’olio d’oliva è a rischio.

I difetti dell’olio di oliva

L’olio di oliva è un prodotto versatile e salutare, ma non è privo di difetti. In questo articolo esamineremo alcuni dei maggiori problemi dell’olio di oliva, in modo da poter prendere decisioni informate quando si tratta di acquistarlo o di utilizzarlo.

Quali sono i difetti dell’olio di oliva?
I difetti dell’olio di oliva sono legati al suo sapore e alla sua consistenza. L’olio di oliva è infatti spesso descritto come “amaro” o “pungente”. Queste caratteristiche possono essere dovute a diversi fattori, come la varietà di olive utilizzate, il metodo di estrazione dell’olio o il grado di maturazione delle olive. Inoltre, l’olio di oliva può essere meno gradevole se non viene consumato fresco.

Come si può migliorare il gusto dell’olio di oliva?
L’olio di oliva è un alimento molto versatile e può essere utilizzato in molti modi diversi. Se non ti piace il suo sapore, puoi provare a aggiungere altri ingredienti per migliorarlo. Ad esempio, se l’olio di oliva è troppo amaro, puoi aggiungere del succo di limone o del sale per bilanciare il gusto. Inoltre, se l’olio di oliva è troppo duro o aspro, puoi provare a scaldarlo leggermente prima dell’uso. Questo può renderlo più morbido e più facile da usare.

I benefici dell’olio di oliva per la salute
L’olio di oliva è considerato un “grande” alimento perché è ricco di vitamine E e K, acidi grassi monoinsaturi, antiossidanti e altri nutrienti benefici. L’olio di oliva può aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ictus e cancro. Può anche avere effetti positivi sulla salute delle ossa, della pelle e del sistema immunitario. Inoltre, l’olio di oliva può migliorare la digestione e prevenire la stipsi.
Tuttavia, l’olio di oliva ha anche alcuni difetti. Innanzitutto, l’olio di oliva può essere costoso, soprattutto negli anni in cui le condizioni climatiche rendono difficoltosa la produzione e la raccolta. Inoltre, l’olio di oliva può avere alcuni difetti sensoriali come ad esempio un sapore amaro se non viene conservato in modo appropriato.

L’olio extravergine di prima spremitura

L’olio extravergine di oliva è il “gold standard” degli oli ed è noto per essere ricco di grassi monoinsaturi salutari, antiossidanti e vitamina E. Può essere usato per cucinare o per condire le insalate, ma come si fa a sapere se si sta ottenendo l’olio dal sapore migliore quando ci sono così tante varietà sul mercato? Per essere considerato extravergine, un olio d’oliva deve soddisfare standard specifici stabiliti dal Consiglio Oleicolo Internazionale. Per essere considerato extravergine, un olio d’oliva deve avere zero difetti e meno dell’1% di acidità. Oltre a soddisfare questi standard, la prima spremitura delle olive deve essere utilizzata per ottenere il prodotto finale. Ciò significa che qualsiasi olio successivo a questa prima spremitura non può essere venduto come extravergine.

Come si fa a sapere se l’olio d’oliva è extravergine?
L’olio extravergine di oliva è il prodotto ottenuto dalla presa in esame del frutto dell’olivo, denocciolato e macinato, tramite estrazione meccanica a freddo. La caratteristica principale di questo prodotto è che non può superare gli 0,8% di acidità.

Qual è la differenza tra prima e seconda spremitura?
La differenza principale tra olio extravergine di prima spremitura e quello di seconda spremitura sta nel processo di estrazione del prezioso liquido. Il metodo tradizionale, che si avvale solo della forza meccanica, prevede infatti che l’oliva venga schiacciata una prima volta per ottenere un’emulsione acquosa e grassa detta pasta d’olio. Questa viene poi posta in appositi torchietti, i quali la sottopongono a un processo di pressatura per circa mezz’ora. A questo punto l’olio viene separato dalla pasta d’olio tramite decantazione e filtrazione. L’operazione può essere ripetuta anche più volte, ma il risultato finale sarà sempre meno pregiato.

Terza spremitura e oltre
La terza spremitura e oltre viene effettuata dopo che l’oliva è stata pressata per la seconda volta. In questo caso, l’olio non è considerato extra vergine e può avere un sapore più amaro. L’olio d’oliva spremuto a freddo è invece ottenuto dalla pressatura delle olive a basse temperature, ed è considerato il migliore in termini di qualità.
L’olio d’oliva extravergine di prima spremitura viene ottenuto esclusivamente dalla pressatura a freddo delle olive. La pressione avviene a basse temperature, in modo da non alterare le proprietà organolettiche del frutto. L’olio così ottenuto presenta un colore verde intenso, un sapore fruttato e un aroma intenso.

Riassumendo
L’olio d’oliva può essere classificato in base alla spremitura in olio di prima o seconda spremitura. L’olio di prima spremitura è ricavato dalle olive che vengono raccolte per prime e quindi ha un sapore più fresco. L’olio di seconda spremitura, invece, è ricavato da olive che sono state raccolte dopo la prima raccolta e quindi hanno un sapore più intenso. Terza spremitura e oltre non sono considerati olii extravergini. Olio d’oliva spremuto a freddo significa che le olive vengono subito lavorate dopo la raccolta per evitare che si deteriorino.

Congelare l’olio di oliva

Congelare l’olio d’oliva

Gli operatori del settore alimentare ci chiedono sempre: come faccio a mantenere fresco per lungo tempo il mio olio d’oliva? Per rispondere a questa domanda, è necessario considerare alcuni aspetti. Innanzitutto, l’olio d’oliva è in grado di assorbire gli odori e i sapori di tutto ciò che lo circonda. In secondo luogo, c’è il fattore temperatura: A temperatura ambiente, l’olio d’oliva si assottiglia rapidamente. In terzo luogo, l’olio d’oliva ha una durata di conservazione relativamente breve. A causa di questi fattori, è bene conservare l’olio extravergine di oliva in un luogo fresco (idealmente nel congelatore). Con il passare del tempo, il calore e la luce possono provocare l’irrancidimento; mantenerlo fresco aiuterà a preservare più a lungo il sapore e il valore nutrizionale. Il processo di congelamento dell’olio extravergine di oliva lo mette al sicuro da qualsiasi ulteriore irrancidimento e ne prolunga la durata di conservazione fino al 50%. Continuate a leggere per maggiori informazioni su come congelare l’olio d’oliva in tutta sicurezza!

Come congelare l’olio d’oliva

L’olio d’oliva è un alimento versatile e salutare, ma può essere costoso. Conservarlo in freezer è un modo per prolungarne la durata e risparmiare denaro. Congelare l’olio d’oliva non è difficile, ma ci sono alcune cose da considerare per farlo nel modo giusto. Innanzitutto, l’olio d’oliva deve essere extra vergine di prima qualità perché altri tipi di oli non si congelano bene. In secondo luogo, occorre decidere se si vuole congelare l’intera bottiglia o solo una parte dell’ olio che verrà usato più tardi. Infine, bisogna scegliere il metodo di conservazione più adatto: meglio in piccole porzioni usando contenitori ermetici.

Perché congelare l’olio d’oliva?

L’olio d’oliva è un prodotto alimentare molto versatile e può essere utilizzato in molti modi. Può essere usato come condimento per insalate e altri piatti, può essere aggiunto a zuppe e salse per dare un tocco di sapore in più, oppure può essere utilizzato come ingrediente nella preparazione di dolci e pasta. L’olio d’oliva è anche un ottimo ingrediente per fare il pane in casa. Se non si usa tutto l’olio che si ha a disposizione, quindi, può essere utilmente congelato per un uso futuro.

Conservare l’olio d’oliva congelato non è difficile

Puoi usare un normalissimo sacchetto di plastica per alimenti o un contenitore ermetico. In entrambi i casi, assicurati di togliere tutta l’aria prima di chiudere il sacchetto o il contenitore. Poi mettili nel freezer e tienili a -18°C o più freddo. Se usi un normale sacchetto di plastica, dovrai consumare l’olio congelato entro 2-3 mesi. Invece, se usi un contenitore ermetico, puoi conservare l’olio fino a 6 mesi.
L’olio d’oliva può essere conservato in freezer per un massimo di sei mesi. Se si decide di congelarlo, è importante utilizzare un metodo di conservazione adeguato che preservi le sue proprietà nutrizionali e organolettiche. Per fare ciò, è necessario scegliere un recipiente idoneo che mantenga l’olio ben sigillato e ne limiti l’ossidazione. Inoltre, è importante etichettare il contenitore in modo da sapere quando è stato messo in freezer e la data di scadenza.

Precauzioni per la sicurezza durante il congelamento dell’olio d’oliva

É importante seguire alcune precauzioni durante il congelamento dell’olio d’oliva, in modo da evitare eventuali problemi di sicurezza. Innanzitutto, è necessario conservare l’olio d’oliva in un contenitore ermetico e ben chiuso, in modo che non entri a contatto con l’aria. In secondo luogo, è importante controllare il livello di umidità all’interno del contenitore, poiché l’umidità può causare la formazione di condensa sull’olio d’oliva e deteriorarlo. Infine, è necessario assicurarsi che il contenitore sia posizionato in un luogo fresco e asciutto, al riparo dalla luce diretta del sole.
Congelare l’olio d’oliva è dunque un ottimo modo per conservarlo a lungo termine preservandone le proprietà. Se si seguono i metodi di conservazione corretti, congelare l’olio d’oliva non è difficile e può essere fatto in modo sicuro.

Come si riconosce l’olio nuovo da quello vecchio?

L’olio novello è quello che si ottiene spremendo a freddo le prime olive raccolte nelle zone più calde dell’Italia. Non deve avere una maturazione superiore ai quattro mesi e si può trovare in commercio già durante i primi giorni dell’autunno. È la tipologia di olio più ricco di polifenoli e ha un’acidità scarsa.

Dopo circa un paio di mesi dalla spremitura, l’olio inizia a invecchiare e il suo pizzicore viene meno. Il verde intenso muta poco a poco verso il giallo e il gusto comincia a diventare più dolce. L’olio extravergine d’oliva è un prodotto ricco di proprietà benefiche per l’organismo, migliora il funzionamento di tutto l’apparato digerente e ha un’azione regolante sul sistema endocrino.

Per trarre il massimo dei benefici dall’olio è necessario che sia di elevato standard qualitativo e che spremuto da poco. Per tale ragione è preferibile scegliere un olio novello piuttosto che uno più maturo soprattutto se si adopera a crudo. Cuocendo, l’olio perde gran parte dei polifenoli e delle sue proprietà benefiche. Ciò non significa che l’olio dell’anno precedente sia di scarsa qualità. Se ricavato da olive italiane e prodotto in aziende nazionali seguendo il processo di spremitura a freddo, sarà comunque un ottimo prodotto anche l’olio che ha più di un anno.

Il nemico principale dell’olio è l’ossigeno. Per conservare al meglio l’olio dopo la spremitura deve essere versato all’interno di contenitori in acciaio inossidabile, al riparo dalla luce che contribuirebbe ad accelerare pericolosamente il processo di ossidazione.

Riassumendo, l’olio extravergine d’oliva nuovo si distingue da quello un po’ più vecchio per il caratteristico odore che emana. Ha note olfattive molto pungenti e aspre mentre quello spremuto mesi prima emana un aroma più dolce e meno fruttato. Per mantenere bene l’olio extravergine d’oliva, deve essere conservato al riparo da fonti luminose e dal calore. Solo così continuerà a maturare naturalmente mantenendo parte delle proprie caratteristiche organolettiche.

Quando l’olio brucia in gola?

Quando l’olio brucia in gola creando il classico pizzicore significa che è un olio di ottima qualità. Si tratta infatti di un prodotto totalmente naturale che ha conservato inalterate tutte le proprietà organolettiche. La sensazione di bruciore o di piccante è tipica degli oli extravergine di qualità, spremuti a freddo da poco.

A causare questo fenomeno sono i tocoferoli e i polifenoli, ovvero sostanze che proteggono l’olio dall’ossidazione e da un conseguente precoce invecchiamento. Sono entrambe sostanze preziose per l’organismo e aiutano a combattere attivamente i radicali liberi, contribuendo anche a regolarizzare i livelli di colesterolo nel sangue.

Il pizzicore dell’olio non deve essere scambiato con qualcosa che ne abbassa la qualità. Non è affatto collegato all’acidità dell’olio che non è mai rilevabile dal palato ma soltanto con le cartine tornasole o con appositi strumenti. Se l’olio brucia in gola significa che è di buona qualità e che è stato spremuto da poco.

L’acidità nell’olio è data dall’acido oleico ed è presente in tutte le tipologie di olio d’oliva. Minore è l’acidità e maggiore è la qualità dell’olio ma come appena detto, non può essere rilevata dal palato in nessun caso.

Chi non ama il bruciore in gola dell’olio d’oliva, dovrà scegliere un olio più stagionato. L’olio extravergine d’oliva ha differenti gradazioni di gusto che possono essere abbinate a preparazioni gastronomiche differenti. Gli oli più dolci sono perfetti per condire insalate e pesce. Il loro sapore delicato non copre i gusti degli altri alimenti ma li esalta. Gli oli fruttati invece sono un po’ più intensi ed è meglio adoperarli con radicchio, pinzimonio e rucola ma sono eccellenti anche per realizzare ragù e altre specialità che richiedono una lunga cottura. Gli oli fruttati particolarmente intensi sono quelli più coprenti e sono ottimi per condire legumi e carciofi.

Che colore deve avere l’olio extravergine di oliva?

Spesso si è portati a credere che un colore verde erboso dell’olio corrisponda a una migliore qualità e a un sapore più accentuato ma non è così. La colorazione dell’olio extra vergine d’oliva non ha una relazione diretta né con il gusto né con il suo pregio.

In commercio esistono tante varietà di olive e ciascuna possiede caratteristiche molto diverse le une dalle altre. Cambiano infatti a seconda del clima, dalle zone di produzione, dalla tipologia di terreno e dal grado di maturazione raggiunto.

Ciò che influisce maggiormente sul colore dell’olio d’oliva non è altro che la percentuale di carotene e clorofilla che contiene.

Esistono delle linee guida generali che danno un’idea della suddivisione degli oli in base alla tonalità di colore. In linea di massima quelli più verdi sono caratteristici della Toscana e del Sud d’Italia mentre quelli color giallo paglierino solo spesso provenienti dal Nord. Le olive modificano il loro gusto e la loro colorazione in base alla tipologia di suolo su cui la pianta cresce, in base all’umidità media dell’ambiente, alla quantità di precipitazioni e dal clima.

Anche la varietà delle olive influisce sulla tonalità di colore dell’olio prodotto. Ad esempio la Coratina, una varietà tipica della Puglia, è molto ricca di polifenoli e regala un olio di un bel colore verde intenso. L’oliva Taggiasca ligure viene abitualmente raccolta quando raggiunge il massimo grado di maturazione e l’olio che se ne produce ha una colorazione dorata.
Come accennato prima, sul colore dell’olio influisce anche il grado di maturazione delle olive. Se raccolte verdi, non ancora giunte a maturazione, saranno ricche di clorofilla e polifenoli.

L’olio spremuto sarà di un bel colore verde intenso. Se invece l’olio si ottiene dalle olive mature al 50%, si otterrà un olio giallo ma con sfumature verdi. Per ottenere un olio giallo paglierino, è indispensabile raccogliere i frutti dell’olivo a piena maturazione.