Produzione e consumo di olio di oliva in Europa

L’olio d’oliva è uno dei prodotti più pregiati in commercio ed è l’unico prodotto, legato alla zona del Mediterraneo, che viene consumato e scambiato maggiormente a livello mondiale. Tutta la zona del Mediterraneo, infatti, è la zona dove avviene la maggiore produzione di olio d’oliva.

Zone di produzione di olio di oliva

Principali zone di produzione

Produzione

In generale, l’Unione Europea è il maggiore produttore di olio d’oliva e cerca di proteggere il più possibile il mercato interno. Lo stato leader per la produzione dell’olio è, senza alcun dubbio, la Spagna dove viene prodotto circa il 32% di olio. Al secondo posto troviamo l’Italia con una produzione, non indifferente, del 28% e subito dopo la Grecia con il 13%. L’Unione Europea ha, quindi, un peso del 73% sulla produzione mondiale dell’olio d’oliva.

In Spagna vi sono delle zone molto famose ed importanti nelle quali viene prodotto dell’ottimo olio: si ricordano, senza dubbio, la zona dell’Andalusia in particolare nella Sierra Màgina.
La zona della Cordova con i suoi ulivi monumentali nelle località di Montoro, Almedinilla e Priego de Còrdoba e tutta la regione della Catalogna.
Senza dimenticare zone come Toledo, Castiglia, la Mancia, Aragona ed Estremadura.

Per quanto riguarda l’Italia, l’olio d’oliva viene prodotto principalmente nelle zone di collina e in quantità minore in montagna e nelle pianure.
Infatti, la produzione maggiore di olio avviene nel centro Italia e in particolar modo in Toscana tra le Colline di Firenze, le Colline Aretine, Seggiano e i Monti Pisani.
Al nord viene prodotto in Liguria e nelle zone collinare nel pressi del Lago di Garda.

Consumo

L’olio di oliva è un prodotto che viene consumato in tutto il Mondo, è molto richiesto ed è uno dei più commercializzati in assoluto.
Secondo delle statistiche, il paese che ne fa un maggiore consumo è l’Italia, seguita dalla Spagna e dalla Grecia.
E’ possibile vedere che i paesi come Italia, Spagna e Grecia non sono solo dei grandissimi produttori di olio, ma sono anche dei grandi consumatori ed esportatori dello stesso.
Uno dei maggiori consumatori d’oltreoceano, è sicuramente l’America dove, negli Stati Uniti, se ne fa un grandissimo uso ed esiste una grande rete commerciale tra Italia e USA per l’esportazione di questo prodotto.
Ma il consumo è aumentato notevolmente anche in Giappone, Sud America, Sud Africa e Canada.
Percentuali in fortissima crescita si sono verificate anche in Australia e Nuova Zelanda.

Questo è dovuto anche alle ottime proprietà dell’olio di oliva e ai tanti pregi e benefici che questo meraviglioso prodotto offre a tutti i suoi consumatori: infatti viene consigliato da moltissimi medici e nutrizionisti di tutto il Mondo.
Con l’ormai diffusa dieta mediterranea, considerata la più sana in assoluto, è il condimento per eccellenza.

Ma non si limita solo a questo: l’olio d’oliva contiene tantissime vitamine come la Vitamina A, la Vitamina D e la Vitamina E, ma anche tantissimo calcio, potassio e magnesio, che fanno benissimo all’organismo e al nostro corpo.
Oltre a questo, ha delle ottime proprietà che aiutano la prevenzione del tumore al seno e di tantissime altre gravi patologie, come il cancro delle ovaie, il cancro al colon e il cancro gastrico.
E’ un ottimo aiutante anche per la memoria e l’apprendimento.
Inoltre viene spesso utilizzato per degli impacchi di bellezza sia come olio per capelli sia per idratare e massaggiare il nostro corpo.

Per tutti questi motivi, l’olio d’oliva sta vivendo una grandissima stagione con tantissimi successi nel capo della produzione, consumazione ed esportazione mondiale.



Il frantoio: metodi di produzione dell’olio di oliva

Nel frantoio i sistemi di produzione dell’olio d’oliva si classificano in tre metodologie differenti.

Il frantoio

Il frantoio tradizionale

Il primo metodo è chiamato per pressione. Dopo la fase della raccolta delle olive, queste ultime giungono al frantoio oleario dove si provvede all’eliminazione delle foglie, dei residui di terra e di tutte le impurità presenti. Le drupe vengono poi immesse in vasche di lavaggio e aspirazione dove subiscono dei processi di depurazione ancora più raffinati che possono anche comprendere una selezione manuale per allontanare quelle che non hanno gli standard a norma. Alla fine del procedimento si passa alla frangitura dove, attraverso l’uso di mezzi meccanici, i frutti dell’olivo vengono schiacciati all’interno di grandi vasche chiamate molazze con l’ausilio di pesanti ruote di granito. In questa fase si attua una lesione delle cellule della polpa e si frantuma il nocciolo. Dopo questo passaggio si ottiene un’amalgama chiamata pasta di olive che non è altro che un’emulsione di olio in acqua. La miscela viene prelevata e portata nella gramola dove si compie un rimescolamento chiamato gramolatura. Qui si invertono le fasi e si arriva ad ottenere un’emulsione di acqua in olio grazie al continuo rimescolamento. La massa ottenuta viene poi portata in appositi macchinari per la pressatura. Alla fine di questa lavorazione la pasta viene immessa nelle centrifughe per separare definitivamente l’acqua di vegetazione. L’olio che si otterrà dovrà poi essere filtrato per eliminare tutti i residui di polpa.

Un altro metodo è quello di estrazione per centrifuga. Le prime lavorazioni di pulitura, frangitura e gramolatura sono identiche al metodo per pressione. Una volta ottenuta la pasta di olive viene posta, con un 30% di acqua pari al suo peso, in un tamburo a forma conica ruotante mediante asse orizzontale: il decanter per la centrifugazione. La velocità di rotazione si aggira intorno ai 3500 giri al minuto. Questa lavorazione permette di dividere il composto in parti dal differente peso specifico. Questa separazione può essere a 2 o 3 fasi a seconda della tipologia di decanter utilizzato. Il decanter a 3 fasi divide: l’acqua di vegetazione che contiene ancora una minima quantità d’olio, il mosto d’olio contenente piccole quantità d’acqua e le sanse (composto formato da bucce, frammenti di nocciolo e residui di polpa). Con il decanter a 2 fasi è possibile dividere solo due parti della pasta: l’acqua di vegetazione e le sanse dal mosto con piccole quantità d’acqua. Esiste poi un sistema di ultima generazione che utilizza decanter a 2 fasi e mezzo che divide l’impasto in 3 frazioni utilizzando un minor quantitativo d’acqua. Le parti frazionate sono: mosto d’olio, acque di vegetazione e sanse umide. Questo tipo di processo permette di accelerare molto i tempi di produzione ma ha come svantaggio l’utilizzo di un grosso quantitativo d’acqua e alti costi di smaltimento per la grande produzione di liquidi vegetali.

Per questi motivi oggi la metodologia più utilizzata è il percolamento mediante filtrazione selettiva chiamata anche filtrazione sinolea. Un processo all’avanguardia e a ciclo continuo. Anche in questo caso le prime tre fasi sono identiche alle lavorazioni precedenti. Dopo la gramolatura si attiva una fase di estrazione dell’olio tramite percolamento. L’impasto di olive viene steso su una griglia di nichel o acciaio dotata di milioni di lamelle mobili che si irradiano e penetrano nella pasta con un moto alternato in tre fasi: immersione, raschiamento e percolamento dell’olio. Quando le lame si retraggono lasciano cadere le gocce dell’olio contenuto nell’amalgama. Questo particolare sistema si attiva attraverso la differente tensione interfacciale che si instaura tra il metallo e l’olio. Sulle piastre filtranti poi scorre un raschiatore che spinge la pasta verso il filtro. Sulle lamelle rimangono tutte le gocce d’olio che vengono così separate dall’acqua e dall’impasto di olive. Alla fine si ottiene un mosto composto da acqua e di vegetazione in olio che viene poi centrifugato per ottenere la definitiva separazione dall’acqua. La sansa subisce lo stesso trattamento per differenziare un corpo di fondo e un mosto che poi verrà anch’esso centrifugato per ottenere un altro tipo di olio d’oliva. Questo processo ha dei tempi abbastanza lunghi ma permette la creazione di un condimento con la componente fenolica preservata e altamente ricco di principi attivi antiossidanti che ne preservano il gusto e il sapore finali. I vantaggi della filtrazione sinolea sono la produzione di un olio di eccellente qualità con un ciclo di lavoro senza interruzioni.

Quando il processo di produzione dell’olio avviene senza superare i 27 gradi centigradi, l’olio si può fregiare dell’indicazione sull’etichetta di “prima spremitura a freddo” o di “estratto a freddo”. Questa temperatura consente infatti di preservare le caratteristiche organolettiche dell’olio di oliva.



Imbottigliamento e conservazione dell’olio di oliva

Olio di oliva è senza dubbio uno dei prodotti più pregiati che esistano in commercio.

Per garantire la qualità e la conservazione di questo buonissimo prodotto, è necessario che tutte le operazioni, dalla raccolta alla vendita, vengano eseguite correttamente.

Conservazione olio di oliva

La conservazione dell’olio

La fase dell’imbottigliamento si può considerare la fase finale del processo oleario.
Alcune persone, in modo quasi banale, considerano questa operazione quella meno importante e più semplice trascurando, così, degli aspetti importanti.
Questa fase è invece molto importante e delicata e va eseguita con molta cura ed attenzione poiché, dopo che la bottiglia d’olio verrà chiusa, non si potrà intervenire in nessun modo in caso di errori.

Per fare in modo che l’olio duri il più possibile, è necessario che venga imbottigliato nelle sue condizioni migliori.
Infatti, prima di procedere all’imbottigliamento, è necessario che l’olio sia stato sottoposto ad un’accurata chiarificazione e controllata filtrazione. Inoltre è necessario che anche i contenitori nei quali verrà versato l’olio siano puliti e in ottime condizioni.

Esistono diversi macchinare utilizzati per l’imbottigliamento che devono essere scelti nel modo più adeguato ed in base alle necessità del produttore. Il mercato offre delle macchine che sono in grado effettuare più operazione della fase di imbottigliamento oppure macchine singole che svolgono solo una o due operazioni e che devono essere affiancate da altre macchine.
Esistono anche macchine che sono in grado di lavorare con tutti i tipi di formati di contenitori in modo da poter variare la capacità in base alle proprie esigenze.

Dopo l’ultima fase di questo processo si arriva alla conservazione dell’olio, che è una fase da non sottovalutare.
Prima di tutto l’olio deve subire un travaso alla fine dell’inverno oppure in primavera, in ogni caso è necessario che questo travaso avvenga prima che arrivi la stagione calda. E, se alla fine dell’estate, si ha ancora dell’olio, è necessario effettuare un altro travaso.

Assolutamente importante è il luogo in cui viene conservato l’olio poiché deve stare lontano da qualsiasi fonte di calore e zona soleggiata. Deve essere conservato in una zona fresca, asciutta, arieggiata ed illuminata.
Questo non significa che l’olio deve stare in luogo buio e chiuso perché anche questo rappresenta un grave errore: si andrebbe facilmente incontro alla formazione di muffe.

I materiali più adatti e consigliati per l’imbottigliamento dell’olio sono il vetro (in questo caso bottiglie o damigiane), il cartone plastificato o le lattine in banda stagnata.
Inoltre la conservazione dell’olio deve essere più breve possibile. E’ consigliato, infatti, di non ritardare il consumo di oltre un anno poiché questo porterebbe a degli spiacevoli problemi.

L’olio, man mano che passa il tempo, tende a perdere la sua pigmentazione e inizia a presentarsi più trasparente e brillante e così varia anche il suo meraviglioso profumo.
Ma soprattutto varia il suo sapore che diventa estremamente duro e dal retrogusto acido e sgradevole al palato.

L’olio che viene conservato nel modo corretto e con la bottiglia ancora sigillata, si conserva fino a due anni grazie alla presenza degli antiossidanti che lo proteggono dall’irrancidimento, anche se questa loro azione e protezione tende a svanire col passare del tempo.